Sono rimaste le quattro case
preferite.
Sono state visite molto gradevoli e
case che con diverse intensità mi hanno conquistata.
In una finalmente il motivo della vendita è creativo, fa parte di un progetto, non è una resa. È una casa dove tutto racconta di entusiasmi, idee, iniziative, anche un po' folli. Il garage e il casotto ospitano una impressionante serie di "giocattoli": kayak, bici, mazze da golf, strumenti per il fai-da-te. Anche la casa trabocca di libri e di album musicali. Questa coppia pensa che sia giunto il momento per loro di raccogliere i frutti di tanto lavoro e tanto impegno e godersi la vita. L'unica figlia è in Australia, iperattiva come i genitori, che adesso vogliono viaggiare, vedere il mondo, comprarsi un camper e andare in giro.
La vita in questa casa è stata
frenetica e impegnata, entrambi hanno lavorato coi turisti, e sono stati
coinvolti in tante attività comunitarie. Qui c'è un gruppo per ogni cosa, dalla
danza al ricamo alla meditazione, e se non c'è, si crea. Solo, mi informa
la mia gentile ospite mentre beviamo il caffè, è meglio se non mi faccio
troppe illusioni di trovare l'amore: non ci sono uomini soli.
Questa casa ha una bella energia, è
vivace, sprizza gioia di vivere.
In un'altra casa la proprietaria è
una signora con giusto qualche anno più di me, sola, con un figlio che ha preso
la sua strada, è un'insegnante in pensione, e vuole fare downgrading: la casa
troppo grande e impegnativa, il giardino che non cura perché non le interessa
tanto, gli spazi che restano vuoti, la porta principale che non usa mai, la
bellezza che consola ma sempre meno.
Mi dice che a volte passa ore a
guardare fuori dalla finestra. Ma non basta più, si vede. Mi colpisce la
sua storia perché è un po' il contrario della mia, io spero di avere più
spazio più tempo più interessi. Voglio (spero, desidero, vagheggio) fare
un upgrade.
La casa è come se sentisse questa
desolazione e la rispecchiasse. È mogia, dimessa, un po' umida perché non vi
arde il fuoco della vita. Ed è un peccato, è una casa che avrebbe ancora molto
da offrire, a chi volesse prendersi la briga di ridarle scopo, entusiasmo,
motivazione, a chi decidesse di farla rifiorire. Quanto a me,
rischia di essere un compito superiore alle mie forze, e se mi sono sentita
empaticamente molto vicina alla proprietaria, la casa m'ha mandato segnali che
direi inequivoci: dalle ampie finestre, nonostante la vista spettacolare, il
mio sguardo continuava a cadere sul palo della luce e soprattutto non sono
riuscita a trovarla, proprio la sua strada non la vedevo, ho dovuto chiedere e
alla fine farmi accompagnare.
E mentre la cercavo ne ho vista
un'altra, per cui avevo l'appuntamento più tardi, che mi ha conquistata.
Questa non è perfetta, nulla lo è,
non una casa, non un uomo non un lavoro. Sono sempre necessari dei
compromessi, cose cui si rinuncia a favore di altre che si decidono più
importanti. Cose che si accettano, cose che fanno la differenza. Secondo una
scala di valore personalissima.
Non è perfetta ma mi ha
conquistata, con la sua splendida cucina in cui già m'immagino a fare torte,
con il mare vicino vicino e un giardino favoloso, così grande da poterci fare
una vera passeggiata dopo cena, da allevarci i polli, da coltivare le verdure.
Che io non sappia nulla di giardinaggio, di allevamento e di orticoltura è del
tutto secondario.
Questa casa mi ha chiamato, e ha
già iniziato a svelarmi i suoi segreti. Mi ha dato energia e attivato
l'immaginazione. Mentre la guardavo già vedevo come la vorrei cambiare per
renderla mia.
Questa casa è davvero una promessa,
di una vita diversa, di un altro modo. Quando sono tornata a vederla
prima di partire, assenti i proprietari, ho fatto amicizia con la vicina
di casa, che sapeva di me e stava andando a fare la lavatrice li, essendo
la sua rotta. E di nuovo ho incrociato questo incredibile senso di
comunità dove tutti ci sono per tutti, ma senza diventare mai invadenti.
Conquistata quindi da questa casa,
ma penso spesso anche ad un'altra. Che ha una storia più triste, la padrona
vuole lasciarla perché ora è vedova, la casa è troppa e ci sono troppi ricordi,
ovunque. Se vuole andare avanti deve andare via. E questo è uno spirito sano,
giusto. La casa è stata chiaramente il luogo di un grande affiatamento, ogni
dettaglio testimonia amore e prendersi cura. Io credo che una casa che ha un
vissuto di amore continui a darne.
Questa inoltre permetterebbe un progetto di
vita davvero ampio, perché c'è anche lo spazio per un'attività.
Inoltre ha la vista più bella di
tutte, da incantarsi proprio.
Queste le case e le loro storie, e
intrecciate con loro, la mia.
La storia di un sogno,
Che probabilmente resterà tale.
(The End)