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Alla scoperta di Terre Nuove - parte 1 di 4

Sognavo il Canada. Volevo fare un lungo viaggio in treno. Volevo vedere gli iceberg.

Quindi un giorno di maggio sono andata a Montreal, per me la bellissima città dei tulipani, molto accogliente, con la parte vecchia molto europea - con la basilica neo-gotica di Notre-Dame, la torre dell'orologio replica del Big Ben, i cartelli della metro come a Parigi, i negozietti come a Montmartre - ma più in grande, che si gira a piedi e in bici, anche se non è piatta, e coi i grattacieli in stile americano, un bellissimo lungomare, tanti parchi, tanto verde e tante possibilità di camminare, fare shopping e fermarsi a mangiare qualcosa. Sul fatto che sia bellissima c'è consenso unanime, "Everybody loves Montreal" (tutti amano Montreal) l'ho sentito dire spesso. In un pomeriggio caldo e assolato ho fatto una bella gita in battello nell'area del vecchio porto e in una mattina luminosa sono stata al Mount Royal Park da cui c'è una spettacolare vista sulla città. Montreal è anche collegata a Milano con un comodo volo diretto di Air Canada.

E' stato un viaggio in solitaria un po' perché mi piace, un po' perché la probabilità di trovare qualcuno con gli stessi desiderata era oggettivamente molto bassa.

la vista da Mount Royal

La Basilica di Notre-Dame


il cartello della metro
la versione parigina





Il progetto abitativo Habitat 67


La torre dell'orologio

Les chuchoteuses/The gossiper


Da Montreal ho preso il treno The Ocean che attraverso Quebec, New Brunswick e Nova Scotia mi ha portato ad Halifax, costeggiando il fiume San Lorenzo - lungo 1150 Km e per un lungo tratto confine tra Canada e USA - attraverso boschi di conifere, laghi e paesaggi agresti. Il viaggio, con Via Rail Canada, dovrebbe durare 22 ore, in realtà nel mio caso ne è durate 25, ma è normale che i treni a lunga percorrenza, questo più di 1300 Km, accumulino ritardo perché i treni merci hanno la precedenza su quelli passeggeri, che quindi si fermano per farli passare. 
Io avevo una microscopica cabina da 1, con poltrona/letto, finestrino, water e micro-lavandino, uno spazio porta-oggetti, un cestino e un ometto; c'erano anche le cuccette e i posti a sedere. La cabina mi ha dato l'accesso alla sala ristorante per cena, colazione, pranzo e snack.  



In treno ho dormito, mangiato, guardato per ore il paesaggio dal finestrino e ho fatto tante chiacchiere con gli altri passeggeri, per lo più canadesi con posti dove andare, cose da fare, persone da vedere.

Ho trovato Halifax sofferente per gli incendi ma il Waterfront e il Maritime Museum sono bellissimi, e le sedie Adirondack in legno, di tanti colori, sono sempre pronte a offrire un po’ di riposo guardando il mare. 





Halifax, è stata a lungo e fino al 1971, la porta d'ingresso per il Canada attraverso il Molo 21, ora sede del Museo Canadese dell'Immigrazione
Ruth Goldbloom


Infine, dopo una settimana di avvicinamento, ho preso l’aereo per l’isola di Terranova e sono atterrata a St. John’s per due settimane di icebergs, alci, montagne innevate, insediamenti vichinghi, camminate nella storia della terra, scorci di fiume mare e oceano indimenticabili, tempo variabilissimo, gite in barca, fiordi ed ex-fiordi, un sacco di chiacchiere e un’infinità di fari.

Il Newfoundland, come lo chiamano loro - anzi loro lo chiamano con affetto "the rock" (la roccia), un po' perché se ne sta là gettato come un sasso nell'oceano Atlantico, un po' perché è molto roccioso, e luogo di studio privilegiato per geologi e archeologi, e un po' per la solidità e la resistenza dei suoi abitanti - è ricco di storia e ha un fascino discreto ma molto duraturo, al punto che anche a distanza di mesi ci penso e mi tornano in mente le cose che ho visto insieme alla voglia di tornare e  vederle meglio, vederne di più.

L’isola di Terranova è la sedicesima isola del mondo, è grande circa un terzo dell’Italia ma con solo mezzo milione di abitanti. E’ quindi davvero poco affollata, 4.35 abitanti per km² (in Italia la densità è di circa 196  abitanti per km²), e grazie alle strade ampie e gli spazi sconfinati è un piacere visitarla in auto, oltre che una necessità, non ci sono infatti treni e neppure collegamenti capillari via autobus. I treni non ci sono oggi, ma una ferrovia, a scartamento ridotto, è stata in funzione dal 1882 al 1988. La linea principale, lunga quasi 900 Km, andava da St. John's a Port aux Basques dove c'è il ferry che collega con la Nova Scotia. Costruirla e farla funzionare era stata una vera impresa, era motivo di grande orgoglio e legame tra le varie comunità dell'isola, ma economicamente era insostenibile, a causa degli elevati costi di manutenzione e scarsità di passeggeri e quindi ha finito per essere dismessa e abbandonata.

fonte: Wikipedia

St. John’s è la capitale del Newfoundland ed è il più antico - o tra i più antichi - insediamento europeo del Nordamerica, essendo stato scoperta da Giovanni Caboto nel 1497 e ufficialmente nata nel 1528, anche se probabilmente era già stata visitata dall'esploratore islandese  Leif Eriksson nell'XI secolo e successivamente da pescatori Portoghesi e Francesi. 

Tra le cose storicamente rilevanti c’è Signal Hill dove il 12 dicembre 1901 Guglielmo Marconi ricevette la prima trasmissione senza fili transoceanica: ho cercato di andare a vedere la Cabot Tower in cima alla collina ma era la solita, tipica, giornata RDF, Rain Drizzle and Fog, pioggia, pioggerella e nebbia, così frequente nella capitale e nel sud dell’isola, che non si vedeva nulla (c'è anche un documentario del 1998 con questo titolo, Rain, Drizzle and Fog). Poco prima, sempre con RDF, avevo fatto un walking tour guidato della città ed ero l’unica partecipante. Molto interessante anche il porto, la cui entrata è chiamata The Narrows (la strettoia) ed è larga neanche 300m, ed è fiancheggiata da alte e ripide scogliere rocciose, cosa che lo rende il porto naturale più protetto del mondo.

Il Newfoundland è un po' terra di confine tra l'Europa - con gli inglesi a lungo e pesantemente presenti, spesso a litigare coi francesi - e il Nord America; è la provincia più orientale del Canada e anche la più recente, essendosi unita al Canada nel 1949, mantiene infatti un discreto spirito nazionalistico, ha la sua bandiera, e un fuso orario con la mezz'ora.

Nel Colonial Building, storico edificio governativo, neoclassico, piuttosto interessante, c'era un dipinto con God save the King, riferito a Giorgio VI e ora è tornato attuale, riferito a Carlo III, e mi fa un po' strano, abituata alla Regina. Ho visto la Cattedrale Anglicana di San Giovanni Battista e il Bannerman Park dove c’è l’attuale sede del governo.

Poi sono andata a Bay Bulls per una gita in barca nella Witless Bay, riserva ecologica con la più grande colonia di puffin del Nord America; i puffin su questo lato dell’atlantico restano un po’ più a lungo che sulle coste di Scozia, Irlanda e Islanda. Questa gita in mare a vedere uccelli (oltre ai puffin gazze marine, urie nere, vari tipi di gabbiani, fulmari) è molto bella, è suggestivo e anche un po' commovente vedere centinaia di uccelli in volo o sulle rocce e sentirne le strida, particolarmente in una giornata un po' nuvolosa come quella. Si potrebbero vedere anche balene e delfini ma io non li ho visti.
Mi ha ricordato una analoga gita in barca alle Shetland, nella Noss Natural Reserve, questa volta con l'oceano più tranquillo - ma non mi stupisce, il Mare del Nord è sempre mosso; quanto ai puffin per me restano indimenticabili quelli di Sumburg Head, sempre sulle Shetland, e ancora di più quelli di Lunga, al largo della Scozia occidentale, nelle Treshnish Isles. Purtroppo non ho invece foto dei puffin del Newfoundland, e c'è un motivo che diventerà chiaro più avanti.


Shetland, Noss Nature Reserve

puffin delle Shetland


puffin di Lunga

Ragionevolmente, avrei dovuto andare a Cape Spears a vedere il faro e il punto più a est del Canada, ma mi aveva preso la frenesia di vedere gli icebergs e avevo letto che ce n'erano a sud della Penisola di Avalon, a Ferryland, lungo l'Irish Loop, e quindi mi sono precipitata a vederli, piccoli, lontani, immersi nella nebbia, davvero poca cosa rispetto a quelli che avrei visto da lì a poco, ma il primo iceberg in terra canadese e un sacco di anni dopo quelli islandesi - gli unici altri che ho visto, nella laguna glaciale di Jökulsárlón - è stato un’emozione forte, era la ragione per cui ero lì, sfidando l'ignoto, il gelo e la pioggia. 

Nella penisola di Avalon, lungo i circa 300 Km del Circuito Irlandese, ci sono diversi paesini fondati appunto dagli Irlandesi nel 17° secolo, e in tutta l’area sono comuni cognomi irlandesi, accenti morbidi, muretti a secco e pub dove si suona musica tradizionale irlandese.



Quanto all'accento dei Newfoundland a me suona del sud, anche un po' strascicato, sembra di stare in Alabama, e anche la musica per radio era spesso country, chissà perché.

Poche righe e ho già citato Scozia, Irlanda e Islanda e non solo perché sono miei luoghi del cuore, un po' per me misura di quello che mi piace, ma perché con il Newfoundland ci sono per davvero molte affinità, molti legami storici, molte connections e anche alcune somiglianze nei paesaggi, anche se in Canada è tutto più grande e io ho avuto meno la sensazione di remoto, per me più comune sul nostro lato dell’Atlantico.




Il giorno dopo ho iniziato il mio giro dell'isola, senza aver visto, là a sud, il villaggetto di Quidi Vidi, il faro di Cape Spears, la Wilderness Reserve di Avalon e tutta la penisola di Avalon, la Placentia Bay, il sito Unesco a Mistaken Point, dove ci sono i più antichi organismi pluricellulari della terra, e neppure i paesini dai nomi curiosi, tipo Dildo, Cupid, Conception Bay, Hearts' Desire, Come by Chance, per citarne solo alcuni, con ciò stabilendo una costante di questo viaggio, cioè tutto quello che non sono riuscita a vedere, perché il tempo è stato poco, il meteo, soprattutto all'inizio, abbastanza inclemente e le distanze non piccole.

Una nota sul meteo, io sono stata su Terranova nei primi 15 giorni di giugno ed è stata una scelta ottima per gli iceberg, che erano ancora massicci e imponenti, per la scarsità di turisti, che a me ha lasciato il ricordo di un posto dove si può essere davvero soli nella natura, connessi con la natura, e per l'assenza di moscerini che in estate nei parchi sono una vera piaga. In cambio però, soprattutto a est, ho trovato nebbia, pioggia e molto freddo, condizioni che sono migliorate quando ho proseguito il giro verso ovest. Se dovessi tornare rimanderei di una quindicina di giorni, per essere sull'isola tra la fine di giugno e l'inizio di luglio. 

La mia prima tappa è stata il paesino di Bonavista, e il primo obiettivo gli icebergs.

Gli icebergs a inizio giugno affollano la Iceberg Alley lungo la costa orientale del Labrador e del Newfoundland, che raggiungono dalla Groenlandia con un viaggio di 2-3 anni ed è proprio lungo questa via degli iceberg che il Titanic incontrò il suo iceberg fatale.


Fonte: The Economist

A Ferryland, Bonavista e Twillingate, King's Point, ma anche lungo il San Lorenzo andando verso nord, ce n’erano davvero tanti, questo è stato un anno record per la presenza di iceberg, e alcuni cominciavano già a sciogliersi nonostante il gran freddo, assumendo forme strane, facendo cascatelle e pozze colorate. Sono imponenti ma anche incongrui, fanno capolino tra gli alberi e gli scogli, sgusciano sotto i ponti, se ne stanno a galleggiare in mezzo alle barche che vanno a pesca, si vedono dalla terraferma mentre si va a fare la spesa, tra una casa, il faro, le auto, i pali della luce e le cataste di legna.






Bonavista è un paesino delizioso, ma l'accoglienza non è stata delle più luminose



Deve il nome, dicono, a John Cabot che fu il primo europeo di cui si è "certificato" l'arrivo sul suolo nord-americano, nel 1497 e che quando vide terra pare abbia esclamato "O Buona Vista!". Magari era una giornata meno grigia di quella in cui sono arrivata io.
Ho cercato di fare un giro esplorativo subito, ma pioveva a dirotto e c'era freddissimo, quindi mi sono ritirata nella mia cabin (Robbins by the sea) a fare il bucato: nelle cabin ci sono sempre oltre alle lavatrici, spesso col detersivo, anche le asciugatrici, ed è molto comodo quando si cerca di viaggiare leggero.
Il giorno dopo il tempo era leggermente più clemente e sono andata a vedere l'imponente faro costruito nel 1843, visitabile all'interno, dove si può vedere l'ottocentesco sistema di luci riflettenti alimentato con olio di foca, arrivato dall'isola di May in Scozia, e le ampie stanze dei guardiani e delle loro famiglie. Anche le prime lampade e i riflettori erano arrivati dal faro scozzese di Bell Rock (il più antico faro marino del mondo ancora esistente). Pensando alla Scozia, abituata alle single tracks impervie e impegnative, e con viste strepitose, che portano ai fari scozzesi, mi ha piacevolmente stupito la strada larga e comoda che porta a questo faro, dove c'è anche un ampio parcheggio. Oggi questo faro non è in funzione, al suo posto c'è una luce elettrica su una vicina torre d'acciaio.
alla base del faro, rocce segnate dal tempo 
alla base del faro, turisti a fotografare l'iceberg


Poi sono andata a vedere la Mockbeggar Plantation, una serie di edifici, compresa una grande casa coloniale, che testimoniano il periodo, alla fine dell'Ottocento, in cui Bonavista era un paesino molto fiorente per la pesca.




Vicino a Bonavista, all'interno del Patrimonio Unesco Global Geopark c'è il Dungeon Provincial Park dove sono visibili gli archi delle grotte marine collassate per l'erosione degli agenti atmosferici, e c'è il paesino di Elliston, patrimonio Unesco per i root cellars, piccoli magazzini di pietra per i raccolti, ma noto anche per essere uno dei punti migliori per vedere i puffin dalla terraferma. Purtroppo quel giorno vento, pioggia e nebbia mi hanno impedito di raggiungere i siti, quindi un po' a malincuore sono andata direttamente a Twillingate, la mia meta successiva, seguendo per un tratto la Road to the Isles.

Twillingate è un insieme di isole collegate da ponti, abitato da 3500 anni, porto fiorentissimo nel periodo d'oro della pesca e oggi considerata la capitale canadese degli iceberg.


Io dormivo un po' fuori dal paese, in una cabin con la vista sul mare (Friday's Bay cottages) molto carina e nuovissima, si sentiva ancora l'odore del legno.

Il paesino è molto pittoresco, con le casette e le sedie colorate, una bella chiesa bianca, moltissimi sentieri per camminare, baie, calette e insenature con scorci deliziosi, se non fosse per i pali e i fili della luce, tantissimi, ovunque e messi a caso - ma mi hanno spiegato che a causa della natura rocciosa del suolo, quella per cui chiamano il Newfoundland "the rock", non si riesce a interrarli. 

St. Peter’s Church


Vicino al paese, a Crow Head, c'è anche un bel faro, il Long Point Lighthouse del 1876 e ancora in funzione

la vista dal faro



Quando l'ho visitato la sirena della nebbia suonava all'impazzata, non senza ragione. Per fortuna, a compensare l'impossibilità di approfittare degnamente di uno dei punti fotografici migliori dell'isola, in un vicino edificio c'era una esposizione di quadri molto belli per il mio gusto.

E naturalmente a Twillingate c'erano icebergs ovunque





La cosa da fare obbligatoriamente è la gita in barca per vedere gli icebergs da vicino, io sono andata nel pomeriggio quando un timido sole per un po' è riuscito a squarciare la spessa coltre di nubi, con ciò permettendo al ghiaccio di sbrilluccicare e di mostrare colorazioni azzurre. Da vicino sono imponenti, maestosi, scricchiolano e si muovono lentamente, tranne quando all'improvviso si staccano pezzi o collassano in acqua ribaltandosi, cosa a cui fortunatamente non abbiamo assistito, ma i locali li conoscono, sanno interpretarne i segnali, e le gite sono fatte in sicurezza.











Avrei visto ancora diversi icebergs, nei giorni a venire, ma questa gita in barca è stata molto bella, emozionante e uno dei ricordi più cari del viaggio.

Il mio viaggio in Canada:
Montreal, Halifax e Newfoundland Est, Icebergs: Da Montreal agli icebergs
Newfoundland Ovest, Parco Nazionale: Gros Morne e Bonne Bay
Newfoundland Nord, storia e archeologia: Tutta a nord, Port au Choix e St. Anthony
Newfoundland da nord a sud: Wonder never cease

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Piccola Bibliografia:



Alla scoperta di Terre Nuove - parte 4 di 4

Dopo l'entusiasmo per gli iceberg , la meraviglia del Gros Morne NP , la visita di siti archeologici e l' esplorazione del nord  che...