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The Great Railway Journey of Scotland



PREMESSA

Un modo bello e particolare di viaggiare in Scozia è in treno, ferry e bus.

Un paio d’anni fa, tra fine maggio e inizio giugno, ho fatto quello ho pomposamente chiamato The Great Railway Journey of Scotland, una settimana da Glasgow all’isola di Skye e su fino a Thurso per poi rientrare a Glasgow. 

Requisiti essenziali di un giro come questo sono il pass "Spirit of Scotland", che consente accesso illimitato a treni, bus e ferry, e una buona organizzazione delle tappe; aiutano una discreta disponibilità all’improvvisazione e delle giornate di luce infinita e sole splendente come quelle che il periodo e la sorte hanno voluto riservarmi.

Sono arrivata a Glasgow la sera prima della partenza, giusto in tempo per andare al cinema a vedere Edie, un film bellissimo, tenero, di ispirazione e girato tra Lochinver e il Suilven, zona a me molto cara.



PRIMO GIORNO

Il giorno dopo, domenica, dopo un breve giro per Glasgow, con la Clock Tower a garantire sempre l’orientamento, l’avventura ha avuto inizio, dalla stazione di Queen Street, sulla West Highland Railway Line, che da Glasgow arriva a Mallaig, con una deviazione, volendo, a Crianlarich, verso Oban.
Il treno che ho preso io era vecchiotto ma confortevole e pienissimo: prenotare il posto è vivamente consigliato.
Questa linea è accreditata tra le più belle e sceniche del mondo ed è davvero splendida: permette di vedere aree meravigliose come Rannoch Moor, 130 Km2 di brughiera e acquitrini disabitati, da una prospettiva unica, diversa da quella della strada, di raggiungere Corrour, che è accessibile solo in treno e a piedi e di percorrere con lentezza la Road to the Isles, con viste da togliere il fiato sul Viadotto di Glenfinnan, sulle Small Isles e le White Sands of Morar. 
Da Glasgow a Mallaig sono 5 ore e mezza di treno, ma io ho fatto una prima tappa a Rannoch Station.
Lasciata l’area abitata di Glasgow e delle vicinanze, il paesaggio diventa rapidamente un susseguirsi di boschi e prati di bluebells, le campanule blu, tra glen e loch, i nomi scozzesi di valli e laghi, fino ai monti delle Highlands, con le cime ancora un po' coperte di neve.


Rannoch Station è a circa 3 ore da Glasgow ed è un posto che mi ha sempre affascinata. 
Ci vivono 6 persone e c’è un Hotel senza wifi ma dove la cena è superlativa e con vista sulla brughiera e sui cervi.









Nella stazione c’è una tearoom che chiude alle 16:30, ma anche dopo si può prendere un tè e un dolce e pagare nell’honesty box. 




Dopo che l’ultimo dei pochi treni è passato ci si sente completamente fuori dal mondo, questo è un posto davvero remoto, al termine di una single track di circa 40 miglia dalla A9, vicino a Pitlochry, non è un posto di passaggio, non ci si arriva per caso, ma perché si vuole arrivare proprio qui.


Dopo cena, approfittando della luce - in questo periodo il sole tramonta tardissimo e sorge già verso le quattro del mattino - della temperatura mite e dell’assenza di midges, sono andata di nuovo a fare una passeggiata alla spiaggia del Loch Laidon, lungo il sentiero di 12 miglia che porta a Glencoe, in compagnia di un silenzio irreale e dei cervi. 









La notte al Moor of Rannoch e la colazione sono ricordi bellissimi, di pace, confort, benessere e anche gioia.
La prima giornata è stata meravigliosa.


La zona di Rannoch è molto popolare tra gli appassionati di montagna, e tra queste si segnala il Ben Alder, uno dei Munros (i monti alti più di 3000 piedi, poco meno di 1000m) più remoti, a ovest del Loch Ericht; la cima è un ampio plateau che condiziona il tempo: trattiene le nuvole e lascia correre il vento; ha inoltre un ampio bacino glaciale, il secondo più grande di Scozia, con dirupi imponenti. E’ una montagna molto ripida e impegnativa, e già non è facile raggiungerla: sono 9 miglia di splendida nientitudine da Loch Rannoch, attraverso il ponte di Tim Winter e passando per il Ben Alder Cottage, che ha una storia di fantasmi, oppure altrettante miglia di creste frastagliate da Loch Ericht. Ha un microclima tutto suo, e non è affatto inusuale trovarsi immersi in tempeste di vento o anche di neve, che provocano valanghe e ostacolano la vista e quindi è una scalata che va affrontata con grande rispetto, attenzione ed esperienza, e l’altezza relativamente modesta non deve trarre in inganno, i 1000m di Scozia valgono come i 3000+m cui siamo abituati noi.

*continua*
secondo giorno

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