Tutto è cominciato con questo articolo del Guardian https://www.theguardian.com/books/2015/aug/21/tourists-offered-chance-to-run-a-bookshop-on-holiday-wigtown dedicato alla possibilità di fare una vacanza a gestire una libreria, affittando
l’appartamento al piano di sopra, in una cittadina sul mare nel sud della
Scozia, nel Dumfries & Galloway, Wigtown.
In realtà tutto era cominciato un bel po’ prima, con un prepotente e
incontrollabile ritorno di fiamma del mio originario amore per la Scozia che si
era già manifestato in diversi viaggi e viaggetti, perlopiù da sola e spesso
affittando cottage, in giro per le Highlands e le Western Isles. Quello del
self-catering è il mio modo di immergermi nella realtà locale, di cercare di
appartenerle, almeno per un po’ – andando a fare la spesa, chiacchierando lungo
la strada, famigliarizzando coi luoghi e con le persone. E’ il mio modo di provare
a vivere in un modo diverso da quello cui sono abituata.
Di questa opportunità di gestire una libreria mi ha attirato
soprattutto la possibilità di fare ancora più parte della comunità locale, una
parte attiva e integrata, partecipe, anche se solo per una settimana.
Ci ho pensato qualche giorno – da sola, e se poi non riesco, non
capisco, e come faccio se mi devo assentare, e se non sono in grado, e sarà
sicuro… - e poi ho buttato via tutte le paure e le resistenze e ho prenotato la
mia settimana. Era proprio l’inizio, ho potuto scegliere e ho scelto l’inizio
di Giugno, mese di luce e fiori e magari anche qualche bella giornata.
Per un po’ mi sono baloccata con questo progetto, difendendolo da chi
mi prospettava ostacoli e difficoltà (ma vai a lavorare gratis, ma come fai con
la lingua, ma hai mai avuto una libreria, ma hai mai fatto la commerciante).
Poi ho smesso di pensarci, travolta all’improvviso da quello che è
stato il dolore più grande della mia vita e il periodo più brutto e pesante e
doloroso.
Poi ho ricominciato a pensarci, proprio come ad una tregua in tanto
dolore.
Quindi ho prenotato l’aereo e ho iniziato ad organizzarmi.
L’idea era quella di affittare un’auto, andare a Wigtown, fare la mia
settimana in libreria e poi regalarmi qualche giorno a zonzo per la Scozia,
senza mete e sena programmi.
Questo che segue è il racconto di questa parentesi
Scozzese.
Sono partita da Malpensa con Easyjet il giorno prima della finale a
Milano di Champions e Malpensa era piena di Spagnoli festanti e anticipanti. A dispetto
di tutti gli allarmi e le paure c’era un bel clima gioioso e beneaugurante. Pensando
che il ritorno sarà nel cuore della notte, ho prenotato il parcheggio, così tornerò
a casa in auto.
Col solito ritardo di Easyjet e l’ora di differenza, sono arrivata a
tarda sera. Tra ritiro bagaglio, ritiro auto (Rentalcars, http://www.rentalcars.com/it/, Alamo,
perfetta), famigliarizzazione con la stessa e la guida a sinistra al buio sono
arrivata davvero tardi al mio b&b, prenotato da casa. Mi sono anche persa
sulla stradina che porta al b&b a poche centinaia di metri dall’arrivo ma a
mia discolpa era davvero buio pesto. La padrona mi ha accolta in camicia da
notte e appena un filo seccata. Il b&b a Nine Mile Burn è bellissimo http://www.peggysleafarm.co.uk/: è una farm in mezzo ai campi coi cavalli, a non più di mezz’ora
dall’aeroporto ma già sembra di essere distanti anni luce dalla città, dalla
folla, dal turismo. L’ho scelto perché sulla strada che volevo fare per andare
a Wigtown, vicino al Pentland Hills National Park e soprattutto per la
vicinanza a Penicuik, che proprio di recente ho conosciuto leggendo Irvine
Welsh, che lo descrive come un posto dimenticato dalla storia in mezzo alla
campagna, isolato e impermeabile a tutto, ma l’unica cosa vera nei suoi
romanzi sono i nomi dei posti. Tra la sua descrizione di Edimburgo e gli Scozzesi
e l’idea che ne ho io c’è una distanza siderale. Lo leggo come uno scrittore di
fantasy.
Ho fatto una sola foto, al mattino, prima di partire e prima di capire
che questo stradino mi avrebbe portata
in mezzo ai campi. Mentre ne uscivo in retromarcia ho avuto modo di apprezzare,
stupita, la retro-visione reale sul monitor della mia auto, che nelle miglia a
venire mi avrebbe dato grandi soddisfazioni. Prima di tutte quella di avere un
navigatore eccezionale, di cui non m’ero accorta la sera prima.